A #JMO16 arriva Giancarlo Carniani

Arriva, a Join Maremma Online, uno tra i direttori d’albergo più attenti ai fenomeni che internet ha portato nel turismo, Giancarlo Carniani ideatore di BTO, evento dal quale JMO trae grande ispirazione, arriva in Maremma per parlare i sharing economy, di affitti di appartamenti, di opportunità turistiche. In una Maremma nella quale si è di recente registrata una importante flessione nel numero degli agriturismi attivi quali scenari potrebbero aprirsi, rischi o opportunità? Abbiamo anticipato qualche passaggio in questa intervista curata da Giulia Cislaghi.

In America secondo alcune recenti ricerche sono emerse due scuole di pensiero relative alla platform economy: per alcuni essa ha un impatto negativo per le sistemazioni alberghiere, per altri invece è ininfluente. Ci può raccontare la sua esperienza?

Leggo anch’io statistiche di tutti i tipi che escono quasi con cadenza settimanale su contenitori come Tnooz o Skift. Reputo che sia innegabile un dato di fatto: il mondo dell’ospitalità è di fronte ad un cambiamento che muterà per sempre l’industria alberghiera come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi. E’ corretto dire che l’esplosione dell’offerta di appartamenti e residenze private è dovuta all’intuizione di Airbnb di studiare la piattaforma ideale per favorirne la vendita. L’offerta di case private è sempre esistita e aveva una componente di sommerso molto alta. L’esplosione di questi anni invece pone alla parte pubblica l’obbligo di ‘normarla’ e le piattaforme che la offrono sono tutto fuorchè sommerse. Airbnb paga i propietari attraverso Paypal e bonifici, diventa complesso e molto rischioso non dischiarare i proventi. Dall’altra parte queste piattaforme stanno mettendo la parola fine ad alcune categorie tradizionali di hotel (1 e 2 stelle) ed hanno un’offerta molto propositiva ed economica per le famiglie. E’ indubbio che abbiano impattato su alcune categorie di alberghi. Non possiamo però sempre sperare che il mercato si cristallizzi e non ci siano cambiamenti. Per l’hotellerie è tempo di ripensare tutto o morire.

È corretto utilizzare il termine sharing economy per Uber, Airbnb e piattaforme simili?

Io e molti operatori del settore non lo riteniamo corretto. Le piattaforme che prevedono scambio di denaro per l’utilizzo di un bene o servizio dovrebbero essere contraddistinte da una denominazione diversa. Lo scorso anno abbiamo rilanciato la parola ‘Access Economy’ che è stata per la prima volta usata durante la scorsa Phocuswright Conference negli USA, la trovo una parola corretta e calzante. Il termine “Sharing Economy” dovrebbe essere per me lasciato soltanto per quelle realtà che lo sono veramente come le piattaforme di scambio casa simultaneo del tipo ‘HomeExchange.com’

Secondo lei in Maremma queste piattaforme rappresentano nuove opportunità o rischi per hotel e agriturismi?

Ultimamente durante un mio recente intervento in Salento ad una conferenza ho avuto modo di parlare con alcuni operatori e constatare come l’esplosione di HomeAway (più forte di Airbnb sul mercato vacanza-mare) abbia anche rappresentato la possibilità e lo sviluppo di un mercato di giovanissimi imprenditori che si occupano di gestire numerose e diverse tipologie di soggiorno (da ville al mare a masserie a trulli). La Maremma in Toscana mi pare avere insieme al Chianti la possibilità di sviluppo più fertile in questo settore. Trovo giusto e corretto che la Regione Toscana possa dar luce ad una legge regionale corretta che ne favorisca lo sviluppo ma che ne normi in maniera minima l’attività (ho visto in vendita su Airbnb scantinati senza finestra…)

Giancarlo Carniani è direttore d’albergo a Firenze dove gestisce tre importanti strutture, è ideatore e direttore scientifico di BTO il più importante evento italiano dedicato alla distribuzione online dei prodotti turistici.

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